







Colgo l'occasione per ringraziare pubblicamente tutti.
Si, tutti coloro che si sono impegnati (NEL FREGARSENE) con tanta buona volontà nell'ascoltare i problemi di una parte di cittadinanza della nostra piccola comunità.
A natale 2008 in via Iacobucci si è sentito poco bene il Sig. M.C. tanto che i familiari hanno dovuto chiamare il 118.
Sia per l'ambulanza che per l'auto medica ci sono state grosse difficoltà nel raggiungere la casa del paziente. Tale situazione di stallo è stata rappresentata a vari livelli della nostra amministrazione comunale e anche agli operai della ditta esecutrice dei lavori.
Non meno di 2 mesi fa analogo episodio di malore in via Iacobucci.
Si è sentito male mio padre.
Problemi di spazio per l'auto medica, per l'ambulanza e per passare con la barella negli angusti spazi tra la recinzione ed il muro abbiamo staccato un pezzo di intonaco per poter passare.
Il mattino seguente al ricovero di mio padre con garbo ho telefonato e chiesto personalmente al ing. moffa e agli uffici comunali preposti di provvedere nel fare qualcosa per ridurre la recinzione.
I vari problemi rappresentati in narrativa sono stati esposti dal sottoscritto nel ultimo Consiglio Comunale alla presenza di tutti gli intervenuti.
Tuttavia come si nota dalle foto con tanta buona volontà si potrebbe perfino riaprire il vico IV.Ad ogni buon conto anche se la recinzione si regge sui balconi di casa di mio padre non vi è stata data nessuna autorizzazione del caso.
Ma come recita un famoso detto "Non vi è peggior sordo di chi non vuol sentire" non mi rimane che ringraziarvi pubblicamente per quanto fatto.
W i democratici e liberali di questo paese.
E perchè, caro Signor Erra, non segnali la gravità della situazione ai Vigili del Fuoco, Protezione Civile ed alla Procura della Repubblica ? Vedrai come arrivano presto specie i Vigili e la Protezione Civile e poi vedrai come corrono coloro che se ne sono fregati !
RispondiEliminaSiamo in un paese dove i sordi che non vogliono sentire riescono a sentire solo quando URLI !!!!
Quello che racconti è davvero inquietante!!!Dal profondo del cuore voglio manifestare a te ed al tuo caro papà tutta la mia solidarietà.Avendo vissuto in prima persona svariate situazioni di emergenza, causate dalla lunga malattia del mio ormai defuto padre, posso ben comprendere il tuo "disappunto".......
RispondiEliminaL'immediatezza o il ritardo di un intervento di soccorso, fanno la differenza tra la vita e la morte!
Monologhi di Ser Lancillotto - Introduzione
RispondiEliminaScudiero, tu mi chiedi cosa siano l'Educazione, lo Stile la "politesse". Mi chiedi perché m'inchini al passaggio di una dama o perché ceda il passo ad un cavaliere anziano. Perché saluti alcuni con un cenno ed altri con un inchino profondo, perché al dì il mio abbigliamento sia il tale e la sera l'altro.
Vedi, mio giovane compagno d'avventura, nella notte dei tempi l'uomo, come le bestie, per regolare i rapporti col suo simile non aveva altro che la forza. Il più forte randellava per bene il più debole e ne traeva brandelli da mangiare. Quando l'uomo smise di avere per cena il proprio simile, sedette accanto a lui per dividere il cibo cacciato insieme. A questo punto si pose un problema: a chi spettava il primo boccone ? A chi quello migliore? Chi era tenuto a spegnere il fuoco e riporre gli strumenti della caccia? Io non c'ero, ma scommetterei la coda del mio cavallo che sia stato il più debole ad offrire al più forte il cibo, a porgere le armi e a cedere il passo.
Le famiglie si trasformarono in tribù, i popoli in nazioni. Oltre alla forza per regolare i rapporti personali fu necessario aver rispetto per i sentimenti, per il censo, per la nascita, l'età ed il sesso. Il rispetto dei ruoli, il modo di comportarsi a seconda delle situazioni, in presenza di un saggio o di una donna, di un anziano o di un'autorità, a tavola o a passeggio, al mattino o alla sera, divenne quel complesso di norme, di sentimenti espressi e non detti che costituiscono l'asse di quel codice di comportamento denominato "Educazione".
Ascolta ancora un pò, scudiero, l'armatura la luciderai di poi. L'Educazione muta nel tempo e nei luoghi: a tavola la mano sinistra va leggermente poggiata sul tavolo alla sinistra del piatto per mostrare ai propri commensali che essa non nasconde armi sotto al tavolo. E' però anche vero che per altri popoli e in altri tempi era bene a tavola tenere la mano sinistra poggiata sulle gambe, sempre pronta ad impugnare la spada in caso di necessità di difendersi dagli attacchi nemici.
Vedi scudiero, l'Educazione è quell'insieme di regole di comportamento che regolano la correttezza dei rapporti umani, perché l'esercizio della libertà dell'uno non sia d'impedimento alla libertà dell'altro. L'Educazione è cosa ben diversa dallo Stile. Lo Stile non è regola: lo si possiede, lo si affina, lo si arricchisce vivendo, ma lo si mutua da se stessi. L'Educazione invece la si deve e la si può apprendere dagli altri e ti consente di esser gradito agli altri. Potrei dirti che l'Educazione è la formula che misura le situazioni per tempo e per luogo, le aggiunge alla tradizione, le divide per l'opportunità e consegna così un risultato quasi matematico che lascia poco spazio all'errore ed all'immaginazione. La variabile è proprio nell'opportunità, nella contingenza in cui si annida lo Stile. Quest'ultimo non è scienza, ma sensibilità. Non è di una civiltà, ma del singolo.
L'Educazione non è comunque la puntigliosa e passiva osservanza di regole di comportamento, ma la scelta consapevole di non farsi attendere ad una cena o ad un duello, ad una conferenza o ad un appuntamento galante. E' il desiderio di sentirsi adeguati ad una certa situazione, scegliere un regalo adatto per ringraziare chi ti ha invitato ad una cena, o per festeggiare un compleanno. Osservarne i precetti significa essere vestiti in modo idoneo al luogo ed alla situazione così da trasmettere un messaggio: "Io rispetto e stimo chi mi sta intorno, e merito da chi mi circonda lo stesso rispetto e stima." Nella sua prevedibilità si manifestano trasparenza e fiducia. Insomma quei presupposti idonei a mettere l'altro a proprio agio.
Seguimi scudiero, ascoltami, ed oltre a veder incrociare le armi ti si schiuderà un mondo di piccole attenzioni e sentimenti, un mondo che percorrerai gradito a te stesso ed dagli altri. Concedi a questo vecchio giramondo una citazione che sarebbe piaciuta a Ginevra.
Voltaire a dit:
La politesse est à l'esprit,
Ce que la grace est au visage;
De la bonté du cœur elle est la douce image,
Et c'est la bonté qu'on cherit.
Non sono sicuro che molti capiranno questo messaggio tratto da internet ma caro Peppe da quello che ci racconti qui si manca di EDUCAZIONE