
La maggior parte degli esseri umani vivono come immersi in una nebbia; e, per quanto la loro vista possa essere buona o magari eccellente, quella interiore è offuscata e come atrofizzata, e fa sì che essi vaghino sulle strade e nei bar brancolando a tentoni senza capire.
Eppure, tutto intorno a noi le cose parlano, e con estrema chiarezza: basterebbe fare un po' di silenzio e riscoprire l'arte dimenticata di vedere, in luogo del semplice guardare: allora ci si spalancherebbe davanti tutto un mondo intensamente dialogante.
Le cose parlano il paese ti parla: non è una espressione retorica, una immagine figurata, buona - tutt'al più - per infiorare i versi di una qualche poesia più o meno sentenziosa; al contrario, è una espressione da prendere alla lettera. Ovviamente, la parola delle cose è una parola particolare, che può essere fatta di odori, di colori, di silenzi. Ma è sempre una parola fresca, immediata, assolutamente incapace di artifici: come lo è, invece, tanto spesso, la parola umana.
Quando giri in macchina o mentre passeggi cerca di ascoltare il discorso delle cose e dei luoghi.
Io ascolto la voce di un paese quasi abbandonato.
Ascolto la voce della palestra e di tutti quelli che ne avrebbero potuto farne uso;
ascolto la voce del laghetto collinare e di tutti gli appassionati di pesca che vorrebbero che funzionasse come si deve;
ascolto la voce della casa per anziani e tutti quelli che avrebbero potuto lavorarci e trovare in essa una confortevole sistemazione;
ascolto la voce di una villa comunale e tutte le generazioni di bambini che hanno avuto la possibilità di giocarci serenamente;
ascolto la voce delle contrade e tutti i problemi causati dalle buche e dalle cunette piene di detriti.Magari la nostra ignoranza si limitasse ad ignorare!
No, pretendiamo pure di sapere: sicché non siamo semplicemente delle creature che ignorano tutto, ma proprio degli ignoranti: ossia delle creature intossicate da mille false credenze. Vi è una profonda differenza tra ignorare ed essere ignoranti: nel primo caso si può sempre imparare; nel secondo, si è chiusi e corazzati nei propri errori, indisponibili ad aprirsi ad un vero dialogo della verità.

Caro Amico Buon lavoro, dimostraci che non sei legato alla ciurma degli yes man.
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