
Associazione Nazionale per la Tutela
del Patrimonio Storico, Artistico e Naturale
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Roma 22 marzo 2010-03-21
Alla Direzione generale per i
Beni Culturali e Paesaggistici
Del Molise
Salita S. Bartolomeo 10
86100 Campobasso
Oggetto : Centrali eoliche industriali e beni archeologico-paesaggistici nella Valle del Tammaro e in Agro di Vinchiaturo, Cercepiccola e S.Giuliano del Sannio
Con sentenza del Consiglio di Stato, VI sez., del 22 febb.2010 è stata annullata la sentenza del TAR Campobasso che aveva annullato l’autorizzazione alla costruzione di una centrale eolica in località Castagna ( comuni di S.Giuliano del Sannio e Cercepiccola ):
In detta causa erano ricorrenti Italia Nostra e la Provincia di Campobasso, con il sostegno del MIBAC, e della Avvocatura dello Stato contro la società Essebiessepower sulla nota e contrastata vicenda della centrale eolica che si dovrebbe sviluppare per una lunghezza di 3 chilometri e mezzo sul crinale dei Monti del Sannio, a dominio della valle del Tammaro e degli Scavi di Saepinum. La progettata centrale, inoltre, prevede l'uso come strada di servizio del tratturello denominato: " Strada comunale tratturo “ che corre nella direzione Monteverde-Cercemaggiore-Monte Saraceno.Questo Tratturello è stato vincolato archeologicamente con decreto n.10/2006 del 26 giugno 2006.
Nonostante ciò, esso è stato gravemente alterato dall'inizio dei lavori, ( poi bloccati per sospensiva accordata dal TAR ), su nulla osta dell'ex soprintendente Pagano, come denunciato in un esposto del CNP( Comitato nazionale del paesaggio). ( Allegato 1 ).Come è noto, recentemente è stato emenato un nuovo decreto di vincolo paesaggistico sul territorio dei Comuni di S:Giuliano del Sannio, Cercepiccola e Cercemaggiore, che interessa quindi anche il territorio della Castagna, ove è stata progettata la centrale eolica della Essebiessepower.Con questo decreto del 23 luglio 2009, pubblicato sulla G.U: n.192 del 20. 8. 2009, tutti i Comuni della Valle del Tammaro ( Sepino, S.Giuliano, Cercepiccola, Cercemaggiore, e contigui in continuità visiva e storico archeologica anche: Vinchiaturo a Est e Guardiaregia a Ovest ) sono ora omogeneamente riconosciuti di alto interesse paesistico.Codesta Direzione Regionale in data 8 marzo 2010, prot. n.1013/3419.07/37 ha decretato l’inibizione alla ripresa e prosecuzione dei lavori, nonostante la pronuncia del Cons di Stato, ai sensi dell’art 150 del Codice dei beni culturali e del paesaggio.
Motivando quanto sopra con l’interferenza dei lavori con il tratturello vincolato archeologicamente sopracitato e con il decreto 23 luglio 2009 , pubb sulla G.U. n 119 del 20 agosto 2009.
Mentre tutto ciò avveniva ed attualmente è oggetto del citato provvedimento, un'altra iniziativa di centrale eolica veniva presentata in Comune di Vinchiaturo nel 2008, riguardante la località Monteverde.Centrale, che come spesso accade, si presenta, contigua a quella della Castagna, e quale ben prevedibile prosecuzione della prima, fin da quando quella venne inopportunamente e superficialmente approvata in commissione regionale VIA..
La notizia dell’avvio di questa nuova centrale ha determinato gravi apprensioni nella popolazione di Vinchiaturo che è particolarmente legata al Santuario di Monteverde, che trovasi in posizione dominante rispetto a questo nuovo progetto.
Per l’occasione si è costituito il Comitato per la difesa dei territori di Mignaniello e Monteverde, il quale in pubblico convegno, ha esibito copia della cartografia catastale, nella quale vengono indicati chiaramente i luoghi di impianto delle singole torri eoliche. Si tratta di 10 torri da 3 MW di potenza alte 80 metri, con elica del diametro di 90 metri.L'altezza complessiva è dunque gigantesca: pari a 125 metri.Si chiarisce già ad una prima lettura che le prime torri svetteranno a distanza di poche centinaia di metri ( 500-700 ) dal Santuario di Monteverde, ove sono stati recentemente restaurati, accanto al Santuario, i resti medievali della basilica di Monteverde.
E che le stesse torri si porranno in contrapposizione inaccettabile anche con i resti del recinto sannitico della omonima Rocca di Monteverde, che dista poche decine di metri dal Santuario, a quota 1000 m s.l.m.
Le 10 torri si situano lungo una linea che va dal Santuario alla strada statale 17, che corre a quota 850 metri, per uno sviluppo di 1 km e mezzo circa.Si prospetta una volta di più uno scenario inaccettabile e distruttivo irreversibilmente dei valori storico-archeologici, ivi custoditi, con una visione verso la valle sottostante dalla quale emergeranno eliche rotanti del diametro di un campo di calcio, in grado di oscurare tutto l'orizzonte, alterando ogni significato del luogo da proteggere.Peraltro ci è noto che nel corso del procedimento la soprintendenza Archeologica nel corso del 2009 si è espressa negativamente, comunicando il proprio parere alla consorella Soprintendenza ai Beni paesaggistici.
Questa, peraltro in considerazione del fatto che da tempo immemorabile tutto il territorio di Vinchiaturo è sottoposto a vincolo paesistico ha, a sua volta espresso espresso parere negativo alla realizzazione della centrale di Monteverde in comune di Vinchiaturo.
Successivamente però, con lettera personale, il Soprintendente Galletti, lo stesso che aveva firmato quel parere negativo, si è detto inspiegabilmente possibilista o favorevole.Non si è in possesso di tale lettera, ma se ne avuta conferma dallo stesso, il quale, a giustificazione del ripensamento ha parlato della presenza di una cava nel fondovalle della SS 17 e di una lottizzazione sopra il quadrivio di Monteverde.( che peraltro non è affatto visibile dal sito storico di Monteverde), e quindi di territori che pur vincolati sono ora degradati.Per chi ha più volte fatto sopralluoghi in zona si tratta di giustificazioni inconsistenti, in specie se si attua una lettura del territorio nella completezza del suo intreccio storico e paesaggistico. E se si considera che nell’arco di una visuale straordinaria sul Matese a 180 gradi, i citati detrattori ambientali assumono aspetto minimale. Ed a riprova di quanto si afferma si allegano le foto effettuate dal punto panoramico del Santuario.( Allegato 2 ).
In relazione a quanto sopra esposto si chiede alla Direzione generale dei Beni culturali del Molise, di valutare come la situazione della Castagna sulla quale ha effettuato il suo tempestivo intervento di tutela, in nulla differisce da quella della adiacente Monteverde.
Anche qui siamo in presenza di un vincolo paesistico, a protezione di valori di paesaggio di palese bellezza ed unicità, corrispondenti ed analoghi a quelli del crinale della Castagna, che offre le medesime vedute sul Tammaro e sul Matese.
Ed analogamente anche qui si è in presenza di siti archeologici che verrebbero ancor più seriamente danneggiati dalla realizzazione dell’impianto industriale eolico plurimo, situato in diretta frapposizione tra i siti ed il territorio sottostante.
Si prega pertanto codesta Direzione generale di voler accertare la veridicità di quanto esposto e di voler valutare se non sia necessario assumere provvedimenti conseguenti ed analoghi a quelli assunti per la località Castagna
Il Consigliere Nazionale di Italia Nostra
Oreste Rutigliano
Il Segretario Generale del
Comitato Nazionale del Paesaggio
Vanna Mannucci
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